Paperon De' Paperoni
nome
Paperon de’ Paperoni o Zio Paperone (in originale Uncle Scrooge McDuck)
città
Deposito sulla Collina Ammazzamotori, Paperopoli (Calisota, USA), ma è nato a Glasgow (Scozia).
prima apparizione nei fumetti
Nella storia a fumetti Christmas on Bear Mountain (Il Natale di Paperino sul Monte Orso, 1947) di Carl Barks. Sarebbe poi apparso in animazione nella sigla animata del varietà Mickey Mouse Club (1955) per poi tornare come protagonista del mediometraggio Scrooge McDuck and money (1967).
segni particolari
Taccagno (o “risparmiatore”, come più volte si è autodefinito). Tuttavia, tale tirchieria è di tanto in tanto “interrotta” da nobili gesti generosi tanto rari quanto indimenticabili, realizzati in silenzio o, al massimo, con la complicità di qualche parente.
È il più duro dei duri, il più furbo dei furbi e ha sempre fatto quadrare i suoi conti. Dopo aver guadagnato il suo primo soldino come lustrascarpe in Scozia, è partito per il mondo in cerca di fortuna, con l'intento di ridare lustro al proprio clan, caduto da secoli in disgrazia.
Gli inizi non sono stati facili, ha provato e riprovato più strade, spesso fallendo, ma non si è mai perso d'animo. Ha fatto fortuna nel Klondike, ha avviato un impero economico e ha messo il frutto del suo duro e onesto lavoro in un enorme deposito sulla cima della collina che domina Paperopoli, per ricordare a tutti che se ti rimbocchi le maniche prima o poi in alto ci arrivi. Un grande, insomma. E come tutti i grandi, è pieno di nemici e detrattori, pronti a derubarlo o a sminuirne i meriti, dimostrando di non aver capito la sua lezione, e anzi, preferendo opporre alla sua filosofia dell'onesto lavoro, quella delle furbate e delle scorciatoie.
Ma Paperone è sempre un passo avanti a loro, perché dietro ogni sua mossa non c'è soltanto fatica, ma passione e amore. Ogni moneta guadagnata per lui ha infatti un valore affettivo notevole, perché rappresenta il ricordo di un'avventura. Dietro la scorza dello spietato affarista, si nasconde una persona tremendamente emotiva, capace di piangere e disperarsi al pensiero di perdere un cent e di esaltarsi come un bambino al luna park al momento di partire per un grande viaggio.
Questo carattere tridimensionale e multisfaccettato, che tanto lo fa assomigliare a una persona in carne e ossa, è il risultato del lavoro di alcuni dei più bravi fumettisti disneyani: Carl Barks l'ha inventato, ispirandosi all’Ebenezer Scrooge di Dickens, evolvendone poi la figura e costruendo intorno a lui un mondo complesso e credibile. Don Rosa ha stilato per lui una dettagliata e sentita biografia che è diventata un punto di riferimento imprescindibile per lettori e autori. In Italia, Romano Scarpa ha sviluppato la sua dimensione affettiva, Guido Martina si è divertito a raccontarci le sue peggiori magagne e Rodolfo Cimino l'ha spedito in giro per il mondo alla ricerca di tesori incredibili.
Ne è uscito un papero più umano che mai, una figura leggendaria che ha saputo ritagliarsi uno spazio anche nella storia dell'animazione: Paperone rappresenta infatti il primo personaggio Disney ad essere approdato dalla carta alla celluloide, anziché fare il percorso inverso. Lo troviamo protagonista di un classico intramontabile come il Canto di Natale di Topolino (1983) e di Sport Goofy in Soccermania (1988) mentre la serie tv di cui è protagonista, Duck Tales (1987) è diventata un vero e proprio cult, sbarcando pure nei cinema con un lungometraggio dedicato.
Oggi la sua personalità magnetica continua a ispirare fior fior di autori come Vito Stabile, che ha sviluppato i tratti più giocherelloni e romantici del suo carattere, o Francesco Artibani, Fabio Celoni e Marco Nucci che in occasioni diverse si sono divertiti a testarne la scorza, mettendo lo Zione di fronte al suo peggiore incubo: la perdita del suo patrimonio. Inutile dire che dopo tanti anni la vecchia tuba ha dimostrato di saper perfettamente come rialzarsi, anche dopo aver ricevuto la peggiore delle batoste.
Gli inizi non sono stati facili, ha provato e riprovato più strade, spesso fallendo, ma non si è mai perso d'animo. Ha fatto fortuna nel Klondike, ha avviato un impero economico e ha messo il frutto del suo duro e onesto lavoro in un enorme deposito sulla cima della collina che domina Paperopoli, per ricordare a tutti che se ti rimbocchi le maniche prima o poi in alto ci arrivi. Un grande, insomma. E come tutti i grandi, è pieno di nemici e detrattori, pronti a derubarlo o a sminuirne i meriti, dimostrando di non aver capito la sua lezione, e anzi, preferendo opporre alla sua filosofia dell'onesto lavoro, quella delle furbate e delle scorciatoie.
Ma Paperone è sempre un passo avanti a loro, perché dietro ogni sua mossa non c'è soltanto fatica, ma passione e amore. Ogni moneta guadagnata per lui ha infatti un valore affettivo notevole, perché rappresenta il ricordo di un'avventura. Dietro la scorza dello spietato affarista, si nasconde una persona tremendamente emotiva, capace di piangere e disperarsi al pensiero di perdere un cent e di esaltarsi come un bambino al luna park al momento di partire per un grande viaggio.
Questo carattere tridimensionale e multisfaccettato, che tanto lo fa assomigliare a una persona in carne e ossa, è il risultato del lavoro di alcuni dei più bravi fumettisti disneyani: Carl Barks l'ha inventato, ispirandosi all’Ebenezer Scrooge di Dickens, evolvendone poi la figura e costruendo intorno a lui un mondo complesso e credibile. Don Rosa ha stilato per lui una dettagliata e sentita biografia che è diventata un punto di riferimento imprescindibile per lettori e autori. In Italia, Romano Scarpa ha sviluppato la sua dimensione affettiva, Guido Martina si è divertito a raccontarci le sue peggiori magagne e Rodolfo Cimino l'ha spedito in giro per il mondo alla ricerca di tesori incredibili.
Ne è uscito un papero più umano che mai, una figura leggendaria che ha saputo ritagliarsi uno spazio anche nella storia dell'animazione: Paperone rappresenta infatti il primo personaggio Disney ad essere approdato dalla carta alla celluloide, anziché fare il percorso inverso. Lo troviamo protagonista di un classico intramontabile come il Canto di Natale di Topolino (1983) e di Sport Goofy in Soccermania (1988) mentre la serie tv di cui è protagonista, Duck Tales (1987) è diventata un vero e proprio cult, sbarcando pure nei cinema con un lungometraggio dedicato.
Oggi la sua personalità magnetica continua a ispirare fior fior di autori come Vito Stabile, che ha sviluppato i tratti più giocherelloni e romantici del suo carattere, o Francesco Artibani, Fabio Celoni e Marco Nucci che in occasioni diverse si sono divertiti a testarne la scorza, mettendo lo Zione di fronte al suo peggiore incubo: la perdita del suo patrimonio. Inutile dire che dopo tanti anni la vecchia tuba ha dimostrato di saper perfettamente come rialzarsi, anche dopo aver ricevuto la peggiore delle batoste.