Gaja (Elisabetta) Arrighini
sceneggiatore
nome
Gaja (Elisabetta) Arrighini
città
Milano
esordio
“Amelia e gli amori impossibili”, Topolino n°2261
segni particolari
Ha creato la serie “Premiata ditta Filo & Brigitta” e ha collaborato anche con PK e “W.I.T.C.H.”
Nata a Milano, ma non per questo imbruttita (magari solo un po’: spesso “non ha impegni, ha sbattimenti”), inizia a scrivere fumetti per Topolino dopo aver frequentato un corso di sceneggiatura presso l’Accademia Disney, con Alessandro Sisti per maestro. Scribacchiava già per la pubblicità… e per i fatti suoi, infatti sostiene che un giorno troverà un editore disposto a pubblicare le 32546 pagine – ma il numero è in costante aumento – dei suoi “Diari”.
È anche giornalista professionista ma, come dice sempre, non potrebbe mai scrivere per Il Sole 24 Ore, perché al sole si scotta facilmente e col cavolo che lavorerebbe “h 24”. «È una questione di principio», «Comunque» e «Andiamo a fare l’aperitivo?» sono altre cose che dice spesso, e sono quelle che la fregano… ma dopo le cadute risale sempre in sella: pure letteralmente, amando moltissimo i cavalli, tanto che quando è molto felice a volte nitrisce, mentre quando è arrabbiata si imbizzarrisce, destando perplessità tra i colleghi.
Ama anche i gatti, la musica e i concerti, il cinema d’autore ma anche le trashate, e non solo in ambito cinematografico, tuttavia è molto selettiva: ci sono un sacco di cose, come uvette o pattine, che proprio detesta. Quando le dicono che tende a saltare di palo in frasca, lei si difende con la faccenda del pensiero laterale, e ciò si riflette talvolta anche in repentini cambi di look che nemmeno Arturo Brachetti.
Nei panni di sceneggiatrice ama leggere e scrivere storie che puntano sui personaggi e sul loro carattere, che prova a indagare e vedere da diverse prospettive, pur senza snaturarlo e cercando di strappare qualche risata ai lettori. Sebbene lei userebbe tutti i suoi dollari per comprare cose tendenzialmente inutili online, il suo personaggio del cuore è Zio Paperone, perché non si fa fregare da nessuno ma al contempo in fondo è buono, quindi in pratica è un miracolo.
Ai topi predilige i paperi, e spesso le papere, in cui a volte si immedesima parecchio.
Insomma, tra equidi e anatidi è un bel pasticcio, però nella redazione di Topolino pensa di avere trovato la sua dimensione: occupa poco spazio, ma cerca di pensare in grande… nonostante ciò che hanno scritto di lei, talvolta, quelli della posta di Pikappa.
È anche giornalista professionista ma, come dice sempre, non potrebbe mai scrivere per Il Sole 24 Ore, perché al sole si scotta facilmente e col cavolo che lavorerebbe “h 24”. «È una questione di principio», «Comunque» e «Andiamo a fare l’aperitivo?» sono altre cose che dice spesso, e sono quelle che la fregano… ma dopo le cadute risale sempre in sella: pure letteralmente, amando moltissimo i cavalli, tanto che quando è molto felice a volte nitrisce, mentre quando è arrabbiata si imbizzarrisce, destando perplessità tra i colleghi.
Ama anche i gatti, la musica e i concerti, il cinema d’autore ma anche le trashate, e non solo in ambito cinematografico, tuttavia è molto selettiva: ci sono un sacco di cose, come uvette o pattine, che proprio detesta. Quando le dicono che tende a saltare di palo in frasca, lei si difende con la faccenda del pensiero laterale, e ciò si riflette talvolta anche in repentini cambi di look che nemmeno Arturo Brachetti.
Nei panni di sceneggiatrice ama leggere e scrivere storie che puntano sui personaggi e sul loro carattere, che prova a indagare e vedere da diverse prospettive, pur senza snaturarlo e cercando di strappare qualche risata ai lettori. Sebbene lei userebbe tutti i suoi dollari per comprare cose tendenzialmente inutili online, il suo personaggio del cuore è Zio Paperone, perché non si fa fregare da nessuno ma al contempo in fondo è buono, quindi in pratica è un miracolo.
Ai topi predilige i paperi, e spesso le papere, in cui a volte si immedesima parecchio.
Insomma, tra equidi e anatidi è un bel pasticcio, però nella redazione di Topolino pensa di avere trovato la sua dimensione: occupa poco spazio, ma cerca di pensare in grande… nonostante ciò che hanno scritto di lei, talvolta, quelli della posta di Pikappa.